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Sl DISCUTE A ROMA SUL SIGNIFICATO FILOSOFICO E LINGUISTICO DI «SENSUS» E «SENSATIO»
LUIGI VACCARI
SENSUS/SENSATIO. È il tema del Colloquio Internazionale, l’VIlI, che comincia questa mattina a Villa Mirafiori, nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza, e si conclude domenica pomeriggio. É promosso e organizzato, dal Lessico Intellettuale Europeo (Centro di Studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche) in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e la Fondazione Ibm Italia. Vi partecipano lessicologi, linguisti, storici delle idee, europei e d’oltre Oceano, i quali esamineranno le diverse valenze semantiche che le due parole hanno assunto nelle varie articolazioni linguistico-concettuali del pensiero occidentale. «Senso» non solo come fonte di conoscenza; ma anche del suo rapporto con significato». Quindi «Le diverse posizioni filosofiche che hanno variamente teorizzato il complesso rapporto fra esperienza sensibile e teorizzazione intellettuale, da una parte. E le diverse dottrine esegetiche e linguistiche sul “senso” in rapporto ai “significati” veicolati da un testo, dall’altra.
Dal mondo greco a oggi
I Colloqui, che si tengono con cadenza triennale, sono, dalla loro nascita, dedicati ad alcune parole di particolare importanza netta storia della cultura. II V ha scandagliato i termini «phantasia/imaginatio», il VI la parola «idea», il VII la «ratio», ricorda Tullio Gregory, romano, 65 anni. professore di Storia della Filosofia alla Sapienza, conigliere scientifico dell’Enciclopedia Italiana, direttore del Centro di Studio del Lessico Intellettuale Europeo, che ha fondato nel Sessantaquattro.
«Adesso: “Sensus/Sensatio”. Termini non semplici: carichi di significato e di vari significati. “Spirito”, che da realtà materiale sottilissima diventa, nel linguaggio corrente dei nostri giorni, ciò che è immateriale, indica il rovesciamento dei signicati. Poi: parole che sono comparse in tutta la produzione colta, mediterranea si può dire, dal mondo greco a oggi.
Collegamento tra estremi
«Sensus/sensatio». Per cercare di comprendere la polisemia, anzitutto, del termine «senso» e cioè, la coesistenza, in esso, di significati diversi. «Il senso del tatto è una cosa. “In che senso dici questo che stai dicendo?” tutt’altra. Sono i due significati estremi, Gregory spiega. «Tuttavia hanno un loro collegamento. Già nel mondo greco, da un lato, c’è il sentire che è il contatto dei nostri organi di senso con un mondo esterno; da un altro, c’è il sentire interno: non sono i sensi materialmente che sentono, èl a nostra mente; allora il “nus”, la “dianola”, la nostra ragione, che sente e che giudica dei sensi. Ma c’è, prima ancora della ragione, il senso interno, che è quello che costruisce l’immagine, perché noi vediamo un oggetto, lo sentiamo col tatto, lo pesiamo. E tutte queste sensazioni diverse, vengono raccolte dal senso interno, spesso detto anche fantasia».

Ma la mente deve discernere e intendere che cosa significano le sensazioni.
«É il passaggio dal sentire, attraverso gli organi di senso, al capire ciò che c’è nella cosa sentita, il “senso”. Mentre “sensato” è prevalentemente l’attività sensoriale, collegata quindi a “sensus”, che immediatamente diventa quello che sta dietro la materialità dell’oggetto sentito e, soprattutto, specifica, nel mondo tardo antico, pagano e cristiano, il senso delle scritture. Ecco quindi li grande fiorire del Commentari biblici, tutti puntati a cogliere I sensi delle Scritture: analogico, antropologico, tipologico. Cioè, al di là della lettera. Questo sviluppo ha avuto un valore straordinario per tutta la storia della religiosità, non solo cristiana. Il problema della Interpretazione delle Scritture se |o pongono anche i filosofi arabi: il senso del Corano. Si deve sempre superate la materialità della lettera por cogliere Il vero significato dello cose: il “senso”. Già lo facevano I grammatici e i commentatori tardo antichi di Omero, per esempio. Omero è il grande vate dell’antico mondo greco, che i filosofi stoici leggono, interpretano come portatore di sensi reconditi. Non quindi la materialità, in particolare per le avventure fra gli dei, ma il “senso”, quindi significato filosofico, che ha».
L’VIII Colloquio esaminerà, fra gli altri aspetti, la scoperta della positività del mondo della sensazione. «Qui è Vico che assume una particolare posizione nella cultura del Settecento europeo, rispetto a una tradizione che fa del senso qualcosa che dev’essere superato per passare alla ragione.
Egli analizza la positività di un momento della storia umana in cui gli uomini erano tutto senso. É il mondo della Poesia, Il mondo di Omero, il mondo di Dante nel Medioevo: il toscano Omero. Quindi la scoperta della positività di un periodo del conoscere, che ha una sua autonomia anche rispetto al conoscere intellettuale. Poco dopo Vico, Baumgarten, viene considerato il fondatore dell’Estetica moderna, perché anche lui sviluppa il concetto della positività della conoscenza sensibile, rispetto alla conoscenza logica. Vediamo, nel Settecento, emergere questa positività del mondo della sensazione intesa come uno strumento dì conoscenza. E allora ecco, significativo in Vico, il mito, che è creazione della fantasia, dei sensi, diretta espressione di una intuizione poetica e non, come volevano I commentatori greci, tardo antichi, l’occultamento in immagini mitologiche dl verità filosofiche».
Tutta la storia del termine «sensus», in latino e nelle lingue moderne, si gioca insomma su questa ambivalenza: il senso come immediato contatto con una materialità, e il senso come ciò che sta dietro la materialità. Sia nell’atto interpretativo della mente. Sia nel commentatore di “testi” Classici, di particolare interesse, portatori appunto di sensi riposti. «DI qui, il comune nostro uso “In che senso dici queste cose?”.
C’è anche tutta quanta la tradizione platonìco-magíca. Il senso delle cose (titolo di un’opera di Campanella). O della magia. Cioè: le cose sentono. Anche qui, non la sensazione come un momento di un conoscere intellettuale; c’è una sensibilità che lega fra loro, tutte le cose che si corrispondono: i cieli con la terra, le pietre con le stelle.
II rapporto dinamico che si instaura tra gli oggetti, legato alla loro capacità di sentire. É un altro aspetto molto importante di questa gamma enorme di significati, di altre accezioni, di sintagmi e di termini affini, che formano un campo semantico molto articolato. Noi oggi non parliamo più della sensibilità delle cose. Ma ha avuto un grande rilievo storico nella cultura fra Cinque e Seicento, per esempio, che riprende peraltro antichi motivi magico-astrologici»
Oggetti del sentimento
Basti anche pensare a «sensus extemus/sensus internus» dove il secondo sintagma rinvia al tema della coscienza (Locke userà in questo caso il termine “reflexion”; Leibniz quello di “apperceptio”); a «sensus communis», che spiega l’accezione di «sensus» come «wit» in inglese e come «gemut» in tedesco; ai derivati del verbo «sentio» quali «sensum» e «sensio», che rinviano agli oggetti del sentire e al sentimento.
Qual è, in conclusione, l’obiettivo di questo Colloquio? «Noi siamo convinti che un veicolo privilegiato per lo studio della storia della cultura è la storia della terminologia di cultura. Se non stiamo attenti, e non riconosciamo il valore quasi prioritario di questo aspetto, schiacciamo su una parola ricca di significati un medesimo concetto; come, per esempio, chi intendeva spiriti gli spiriti di cui parla Leonardo; invece, sono gli spiriti materiali, no? Solo comprendendo i vari significati di cui una parola chiave si carica, nel corso degli anni, possiamo avere un accesso reale alla storia delle idee: perché il linguaggio è il modo con cui l’uomo comunica e costruisce un mondo di relazioni. Se non siamo solleciti a cogliere le ambiguità, le oscillazioni, le variazioni del linguaggio, appiattiamo tutto su un termine come se fosse sempre identico a se stesso, cosa che non è, e non facciamo.la storia della cultura».
I progressi della lingustica.
Nelle Università c’è questa applicazione?
«È un aspetto importante della metodologia della ricerca storica stare attenti alle variazioni del significati. Debbo dire che oggi sempre più c’è questa coscienza, anche dovuta al progressi delle scienze della linguistica. Li, si tratta di passare dal livello dl analisi teorica alla concreta materialità del linguaggio: cioè alle Parole con cui l’uomo realizza le sue idee, si esprime».
La riflessione è diffusa?
«Be’, si va diffondendo», sorride Gregory, nel suo studio all’Enciclopedia Italiana. «Esiste in chi ha questa sensibilità». Una pausa. «Questo tipo di ricerche di storia della terminologia s’è, negli ultimi decenni, assai diffuso.