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Domani il convegno il lessico filosofico
di Alberto Postigliola

Dal 7 AL 9 gennaio si terrà a Roma, presso la Facoltà di Lettere, il II Colloquio Internazionale organizzato dal Centro per il Lessico Intellettuale Europeo del CNR. I lettori di questo giornale sono già informati sulle attività di questo Centro, presieduto da Eugenio Garin e diretto da Tullio Gregory: preparazione di un Lessico filosofico multilingue del ‘600 e ‘700, di lessici d’autore con spogli meccanici (Bruno, Galileo, Bacone, Vico, ecc) e pubblicazione di studi dedicati alla storia della terminologia filosofica.
Si ebbe infatti modo di parlarne proprio nel recensire sulle colonne del « Paese – libri » (del 16 luglio u.s.) gli Atti del I Colloquio organizzato appunto dal medesimo Centro. Già in quella occasione si mise in rilievo la particolare funzione assuntasi da tempo da parte del LIE: quella cioè di costituire un punto di raccordo e di coordinamento di tutte le iniziative promosse da Istituti universitari, enti o centri di ricerca di vario tipo, spar si per l’Europa, tendenti a promuovere indagini lessicografiche specificamente applicate alla storia delle idee.
Questo secondo appuntamento triennale, che vedrà di nuovo riuniti a Roma i responsabili di organismi come il Centre d’histoire des sciences et des doctrines» di Parigi, il LASLA di Liegi, il CETEDOC di Lovanio, l’Equipes Descartes di Parigi, e vari altri (fra cui, per la prima volta, la Sektion Sprach – und Literaturwissenschaft della Martin Luther Universitat, rappresentata da Ulrich Ricken della DDR, che sta curando un lessico politico del socialismo), farà dunque il punto sullo stato di questa integrazione europea- della lessicografia scientifico-filosofica, • e servirà a lanciare nuove iniziative comuni.
E’ noto infatti come da gran tempo l’uso delle macchine calcolatrici abbia costituito un ausilio sempre più efficace per la linguistica, per la redazione di dizionari di lingua, per la stessa critica letteraria: bassi pensare agli studi- di” statistica linguistica applicati, ad esempio, alla soluzione di problemi quali la datazione di singole opere di un autore. Più recente, ancora frammentaria, e, fino a poco tempo fa, niente affatto coordinata, è invece l’applicazione di queste moderne tecniche non più soltanto alla storia dei linguaggi ‘ordinari’, o letterari, ma anche alla storia di linguaggi ‘speciali’ come appunto quello scientifico-filosofico. Ora, come è vero che la filologa è condizione (senza tuttavia esaurirla) della storiografia, così, più in particolare, è vero anche che la indagine sempre più rigorosa e sofisticata sulla storia della terminologia scientifico-filosofica può costituire un ausilio sempre più indispensabile per la storia delle idee, o dei concetti che dir si voglia.

Interrogare la macchina

Resta vero, tuttavia, che appunto la storia delle parole (nel caso specifico, dei termini tecnici propri dei linguaggi scientifico – filosofici) non può ovviamente coincidere con la storia dei concetti; sarebbe ingenuo e riduttivo pensarlo: lo spazio dell’ermeneutica resta infatti ugualmente, e insostituibilmente, ampio.
Nondimeno (come già da qualche anno le indagini linguistiche operate con l’uso dei, calcolatori dai centri su menzionati hanno ampiamente dimostrato) le ricerche condotte mediante elaborazione di spogli integrali meccanizzati di opere filosofiche possono costituire qualcosa di più, e di diverso, da un mero ‘presupposto’ filologico del momento interpretativo-storiografico. La interpretazione storica infatti non solo può (o forse oggi addirittura ‘dovrebbe’) presupporre queste indagini, ma può anche a sua volta interrogare ulteriormente le macchine allo scopo di verificare in certa misura la fondatezza dell’ ipotesi interpretativa stessa. E’ evidente che il ‘modo’ specifico in cui la macchina è ‘interrogata’ implica ugualmente una dose di arbitrio; ciò che tuttavia l’impiego delle macchine comporta “in più’, nei confronti della più ‘artigianale’, storiografia tradizionale, è assoluta precisione ed esaustività dei dati terminologici, quale che sia il metodo di elaborazione. Se l’arbitrio derivante dalla possibilità di errore nelI’elaborazione può dunque essere eliminato, non altrettanto può dirsi comunque dell’arbitrarietà delle ipotesi, più o meno consapevoli, che sottostanno agli interrogativi posti alle macchine. Diverso invece è ii caso dell’arbitrarietà dei criteri e dei metodi con cui quegli interrogativi vengono posti. Non è certo questa la sede per scendere in dettagli tecnici. E’ facile tuttavia immaginare come questo ‘terzo tipo’ di arbitrio sia in linea di massima facilmente eliminabile per semplice convenzione tra i vari operatori del settore: si disporrebbe infatti di metodologie omogenee, quindi tra loro commensurabili, e sarebbe in un certo senso ‘sfoltita’ quindi facilitata, l’opera di confronto fra le varie interpretazioni storiografiche.

I temi delle relazioni

E’ perciò in questa direzione che s’è mosso il LIE invitando i responsabili dei vari centri di ricerca del settore a riesporre a distanza di tre anni l’oggetto, Io stato e• il metodo delle rispettive indagini. In più, stavolta alcuni centri presenteranno (proprio allo scopo di pervenire quanto più possibile ad una omogeneizzazione delle metodologie) delle concrete esemplificazioni di elaborazione di dati vertenti su di un unico termine, quello di ‘ordine’, considerato in epoche ed autori diversi.
Sono così previste due relazioni ufficiali sull’uso e sulla semantica di questo termine in Descartes (di P. Costabel) • e in Malebranche (di A. Robinet), cui si aggiungeranno analoghi interventi tra l’altro, sul ‘Discours de métaphysique’ e• sulla ‘Monadologie’ leibniziana (di A. Becco), e, ancora, su Dante (di A. Duro) e su Tommaso d’Aquino (di R. Busa). E’ facile immaginare quanto animato e sperabilmente proficuo potrà essere il dibattito. Da parte loro alcuni ricercatori del LIE presenteranno dellle comunicazioni su alcuni temi lessicografici più specifici: in particolare P. Galluzzi sull’accezione del termine ‘momento’ nella sua evo]uzione dalla fisica e dalla meccanica antiche a Galilei, E. Volpini su ‘curiosità’ in Cartesio e P. Pimpinella su ‘perfezione’ nella filosofia tedesca da Wolf a Kant.
Sempre nel quadro degli intenti di fondo di questo Colloquio, il LIE intende ancora lanciare in questa sede internazionale una nuova iniziativa (proposta già un anno fa in occasione di un incontro su problemi di lessicografia latina promosso sempre dal LIE, al quale, tra gli altri, parteciparono Scevola Mariotti, Francesco Della Corte e Giuseppe Morelli): cioè di avviare, previa unificazione da parte di tutti i centri dei criteri di lemmatizzazione, l’elaborazione di un ‘ Tesoro del latino medievale e moderno’. In breve, un ‘tesoro’ la cui esistenza muove da due presupposti: dalla carenza già riscontrata presso i lessici latini già esistenti di termini propri del linguaggio scientifico-filosofico, e dal riconoscimento, una volta ver tutte, della vitalità del latino anche come Lingua etnica estremamente viva e utile almeno fino a tutto il settecento: basti pensare a Baumgarten o alla ‘Dissertatio kantiana ‘ Thesaurus’ che andrebbe c€oncepito come parte integrante di un futuro ‘Tesoro generale della lingua latina’, che ,’possa finalmente essere proficuamente utilizzato tanto dagli storici della letteratura e della lingua, quanto appunto dagli storici delle idee.
Piani ambiziosi, dunque, e non certo realizzabili in tempi brevi, quelli proposti dal LIE. E comunque, a testimonianza della fecondità delle proposte di coordinamento internazionale lanciate dal LIE tre anni orsono, in sede di questo Colloquio verranno presentate due nuove pubblicazioni della collana del Centro: gli indices locorum’ e le liste di frequenza del cartesiano ‘Discorso sul metodo’ (che fa seguito alla recente pubblicazione delle ‘Regulae’), nonché del Corpus hermeticum’; pubblicazioni che sono frutto appunto della collaborazione del LIE con il CNUCE di Pisa; con il LASLA di Liegi e con ”L’Equipe Descartes”di Parigi.